di Redazione
Presente alla 54esima edizione del Giffoni Film Festival anche Domenico Cuomo. Lui è il volto di alcune delle serie più amate e seguite degli
ultimi anni ("Gomorra", "Mare Fuori", "Un Professore", "L’amica geniale"), ma nonostante il successo Domenico
Cuomo (classe 2004) si presenta davanti alla platea del Giffoni Film Festival con una dolcezza e un candore che conquista subito. “Scusate, sono molto ansioso”.
“Da ragazzino non avevo tante occasioni di uscire perché quando andavo a scuola dovevo anche lavorare, e avevo l’ansia di restare indietro con lo studio. Poi un giorno il mio Istituto ha
organizzato una sorta di gita a Giffoni. Ero seduto in ultima fila con il mio compagno di banco, emozionatissimo di vedere un film e poter prendere parte poi al suo dibattito. È stata
un’esperienza indimenticabile per me”, così l’attore inizia l’incontro con i giovani giurati del Festival, ragazzo tra ragazzi, voce delle fragilità della sua generazione, ma allo stesso tempo
fuori dal coro comune “Ora combatto l’ansia con la preghiera. Pregare mi aiuta a pensare a cose serene”, rivela candidamente.
“Spero di aiutare qualcuno raccontando la mia esperienza. I ragazzi sono impauriti dal mondo dei grandi, ma io vi dico di non avere paura perché in realtà quando crescete tutto vi apparirà
diverso e meno insormontabile. Così a quel ragazzo seduto in ultima fila dico ‘Non avere paura’”.
A teatro con "Tredici – il musical contro il bullismo", Cuomo racconta di essere stato anche lui vittima di questo comportamento “Ho superato tutto quando ho capito chi era
in realtà la persona che mi stava bullizzando: ovvero qualcuno non sereno, che cercava vendetta, ingabbiato nella rabbia. Anche lui una vittima del male. I bullizzati in realtà sono i veri
liberi, quelli che hanno il coraggio di essere diversi, di restare soli, mentre i bulli sono i non liberi”. “La libertà - ha proseguito - è una cosa che si conquista ogni
secondo, perchè può accadere sempre qualcosa che ci chiude”.
La libertà è una condizione che l’attore sente impellente, ma anche fil rouge che lega i suoi personaggi “Voglio fare cose che mi risuonano nell’animo e sposano le mie battaglie”.
Narratore del documentario "Mi chiamo Giancarlo Siani", a proposito di questo ruolo, ha detto “È stato un onore interpretare Siani, una persona che ha lottato e sacrificato
la vita per la libertà ed è quello che voglio fare io. Aldilà del momento in cui l’arte diventa un lavoro. Questo è il mio modus operandi per il cinema, la televisione o il teatro”. Ma
aggiunge “Anche Mimì e Cardiotrap, pur diversi hanno dei punti in comune: aiutano il prossimo, non prendono parte alla violenza e hanno il coraggio di sottrarsi per rispettare la libertà del
prossimo”. “In questo sono simili a me - prosegue - ma forse Cardiotrap è più coraggioso di me”.
Sollecitato dalle domande dei ragazzi, Cuomo ha tracciato un ritratto dei suoi ruoli. Il personaggio di "Mare Fuori" è stato senza dubbio centrale nella sua carriera ed è cresciuto con lui.
“Cardiotrap si è evoluto. Nelle ultime stagioni ha metabolizzato il male ma ha cercato sempre di fare le cose giuste, avendo anche il coraggio di non chiedere aiuto. La sua fonte di energia è
la musica, come per me la recitazione”. E rivela: “Nelle ultime puntate sono proprio io che canto e suono, sono andato a lezione sia di canto che di pianoforte perchè voglio sempre dare
il meglio”.
“Mimì invece, - aggiunge a proposito del ruolo di "Mimì - principe delle tenebre" - mi ha fatto scoprire lati di me che non conoscevo, mi ha fatto esplorare
quelle che sono le mie zone d’ombra. Credo molto nella spiritualità e in questo film è centrale la metamorfosi: la purezza per continuare a sopravvivere diventa esattamente il suo opposto”.
Mentre sul personaggio di Mimmo in "Un professore" dice: “Penso che Mimmo già conoscesse e accettasse la sua sessualità, per lui non c’è stata nessuna rivelazione”.
Giovanissimo, Domenico ha già tante esperienze alle spalle, tra cinema, tv, teatro. Non manca l’America che ha sperimentato con "Catch-22’", miniserie che vede protagonisti
George Clooney, Kyle Chandler e Hugh Laurie: “Lavorare in America è completamente diverso, i set sono diversi. Allora avevo 12 anni e mi sembrava di essere in un’altra dimensione. E’ stato
come vivere un film nel film”.
E, in attesa delle nuove stagioni di “Un professore 3” e di “Mare Fuori 5”, svela quelli che sono i ruoli che avrebbe voluto interpretare “Brad Pitt in ‘Fight Club’ al cinema e Berlino ne ‘La
casa di carta’ per le serie tv”, mentre i suoi miti restano Robert de Niro, Johnny Depp e Gary Oldman “Trasformisti incredibili”.
crediti foto: ufficio stampa Giffoni Film Festival