di Redazione
È Alessandro Roia il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo
di Sky TG24.
Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, l’attore si racconta in “Alessandro Roia – Segni particolari:
regista”, in onda lunedì 28 agosto alle 21.00 su Sky TG24, sabato 2 settembre alle ore 13.45 su Sky
Arte e sempre disponibile On Demand.
Alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo primo film da regista: "Con la grazia di un Dio". Poi i ricordi d’infanzia, la scuola di recitazione, gli inizi con "Romanzo Criminale", i successi al
cinema, la paternità e la voglia di mettere sempre tutto in discussione…
Una lunga chiacchierata per ripercorre le tappe più importanti di una carriera cinematografica ricca di successi e che si appresta adesso ad una svolta con il suo esordio alla regia. Sarà infatti
presentato il 4 settembre al Festival del Cinema di Venezia nella sezione ‘Notti Veneziane - Giornate degli Autori’ il suo nuovo film "Con la grazia di un Dio", una produzione di Bartlebyfilm e
Rai Cinema con protagonisti Tommaso Ragno e Maya Sansa: è “la storia di un uomo che torna nel suo passato e in qualche modo deve fare i conti con i suoi fantasmi e con la sua
natura. La direzione che ho cercato di prendere è quella proprio di utilizzare il noir per entrare nella storia e poi, in qualche modo, strappare la superficie del noir ed entrarci
dentro. Entrare in qualcosa di più psicologico, di più ‘drammatico’, ma in qualche modo più in profondità rispetto alla storia e al genere. La frase che più mi sento ripetere dalle persone
che l’hanno visto? Non me l’aspettavo… È un complimento, stupire è una cosa bella. Più va avanti e più diventa motivo di orgoglio”.
Non poche però le difficoltà incontrate lungo il cammino che lo avevano persino portato a pensare di smettere (“C'è stato un momento in cui probabilmente il ‘me attoriale’ è collassato con la
voglia di avere qualcosa di più”), un turbamento che lo ha scosso e spinto fino a “questa idea di far uscire quella voglia di fare, appunto la regia”.
La storia di Alessandro Roia inizia però in un quartiere popolare di Roma (“Ho vissuto tanto la strada, non è un vanto come nei testi rap, ma era una strada realmente hardcore. Mi ha
insegnato tantissimo, mi ha dato amici che mi porto dietro da sempre e che in qualche modo mi ha rimbalzato dalla parte opposta rispetto alle possibilità che potevo avere nascendo lì”),
grazie soprattutto all’aiuto di un amico “che poteva in realtà per questioni personali, portarmi ad andare lui stesso in una direzione, invece, è stato così forte e bravo da spingermi da
tutt'altra parte. Gliene sarò sempre grato”. Al liceo la svolta, grazie a dei professori capaci di stimolare la sua curiosità e avvicinarlo al mondo del cinema, uno in particolare che
“mi ha fatto conoscere Basquiat, mi ha fatto conoscere tanta arte in parallelo a quello che faceva e tanto cinema, perché parlavamo di Kubrick. Devo dire la verità, mi hanno dato una grande
‘salvata’ ”. Poi finalmente il suo ingresso al Centro Sperimentale di Roma (“Sono stato il primo a credere in me stesso. Ricordo ancora lo sguardo di mio padre quando gli dissi
che volevo fare l’attore, passò il terrore nei suoi occhi” scherza ndr).
I provini, tra cui quello per ‘Romanzo Criminale’, che lo consacrò al grande pubblico (“Mi presentai con camicia e pantaloni anni ’70 di mio padre, crocifisso al collo e capelli
cotonati”) e una grande lezione di vita, appresa da Stefano Sollima e che oggi si sente di condividere coi giovani attori (“Quando varcate la porta per fare un provino non
state andando ad elemosinare. State andando a risolvere il problema di un regista che ha una mancanza, gli manca il personaggio e questo è un modo di vedere dall'altra parte”), lui che ha
abbracciato la recitazione con la consapevolezza e la modestia di non considerarsi affatto un fenomeno (“Mi sono sempre criticato per questo. Non sono un attore che ‘come lo metti fa’, non
sono un genio. Ci sono attori che quando li metti sulla pista giusta vanno alla grande, ma se qualcosa dentro di me non s'accende, fatico”).
Sono comunque svariati i ruoli in pellicole di spessore nel panorama italiano, come ‘Diaz’ che “reputo un grande film, anche un po’ sottovalutato per certi aspetti. Penso che
cinematograficamente sia anche la cosa più alta che Daniele (Vicari ndr) ha fatto da un punto di vista cinematografico”, o ancora il fortunato sodalizio artistico coi Manetti Bros. e le sue
interpretazioni in ‘Song’e Napule’ e ‘Diabolik’.
Non solo cinema però, Roia è anche protagonista di una delle serie italiane di maggior successo, ‘1992’ in cui però venne inizialmente scritturato per un altro ruolo (“Venni chiamato per fare
il provino del personaggio leghista che poi ha fatto in maniera meravigliosa Guido Caprino. Però erano contenti del mio provino e mi volevano nel progetto. C’erano in ballo due personaggi che
stavano scrivendo e venne l’idea di accorparli e creare Rocco Venturi, un personaggio che a me è piaciuto tantissimo”).
Dal Roia attore al Roia padre (“Se uno vuole essere onesto è una rivoluzione totale. La parola che più mi viene in mente è ‘rivoluzione’, cambia le regole del gioco”) e le nuove
sfide per conciliare carriera e famiglia (“era appena nata mia figlia e dopo 10 giorni sono andato via. Ci ho messo un po’ a carburare il rapporto con lei.”).
Durante la messa in onda dell’intervista comparirà un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati
all'artista, disponibili sul sito skytg24.it.
Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle principali
piattaforme di podcasting.
crediti foto: ufficio stampa Sky TG24