di Redazione
È Luigi Lo Cascio il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24.
Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, l’attore e regista si racconta in “Luigi Lo Cascio - C’era una volta un divano”, in onda
lunedì 31 luglio alle 21 su Sky TG24 e sempre disponibile On Demand. Dal film “I cento passi” al suo ultimo libro “Storielle per granchi e per scorpioni” passando per il teatro, i ricordi da
studente, i grandi successi, l’amicizia e un divano da cui tutto ebbe inizio.
E un impegno futuro: “Sto provando a scrivere il mio secondo film. Entro il prossimo anno lo giro se no non esco più di casa. Più volte ho provato a scriverlo ma non era mai quella la cosa
giusta e forse adesso, invece, l'ho trovata”.
Una chiacchierata confidenziale che ripercorre alcune delle tappe della sua vita e carriera. Si parte quando da bambino, viveva in “casa Lo Cascio-Burruano, perché la casa in realtà era il
vecchio studio di mio nonno che era un dentista. E quando mio nonno purtroppo morì siamo andati a vivere con mia nonna. Quindi papà Aldo, mamma Ida e cinque figli. Insomma, c'era molto
movimento”. La stessa casa in cui era presente “un divano che in fondo, fu il primo teatro. Era ad arco, una specie di C. Piazzato su uno spigolo nel muro e quindi c'era uno spazio tra
questo arco e lo spigolo e dietro noi bambini sparivano con dei costumi, con dei lenzuoli e ogni tanto apparivamo, facendo delle specie di teatrini per gli altri”.
Ci furono gli studi di medicina prima di arrivare al teatro professionale. E poi, il cinema con “I cento passi” che “È stato veramente un colpo di fortuna mostruoso…” “Ero a Palermo a fare
uno spettacolo e il regista mi estromise dallo stesso perché diceva che ero negato a recitare, cioè che ero insentibile. La sera mi trovo sul divano distrutto e arriva una telefonata di mio zio,
che è Luigi Maria Burruano, il fratello di mia madre, che è l'attore straordinario che tutti conoscono e che era già stato scelto per la parte del padre di Peppino (Impastato) e mi dice ‘Ciao,
sono lo zio Gigi, vieni subito a Mondello che c'è un regista, cioè Marco Tullio Giordana, che sta cercando il protagonista del suo film” “Sono corso al ristorante dove stavano mangiando” e
da lì nacque tutto. Un percorso fatto di film quali “La Meglio gioventù”, “Buongiorno, notte”, “Smetto quando voglio”, “Il traditore”, “Il signore delle formiche” e tantissimi altri di
successo.
Con quell’idea di attore impegnato difficile da sfatare: “Sono impegnato nel senso che ho avuto la fortuna che certi autori hanno visto in me una persona che attendibilmente può interpretare
persone impegnate, ma io lo sono relativamente. L'impegno è una cosa della vita, io sono impegnato nel senso che cerco di fare il mio mestiere meglio che posso”.
Una carriera piena di successi di cui si dice “molto felice” “delle scelte che ho fatto e della fortuna incredibile che ho avuto: ci sono centinaia di migliaia di attori bravissimi che non hanno
l'occasione di dimostrarlo. Io ce l'ho avuta e per questo ringrazio veramente Dio, il cielo, ognuno ha i suoi o le sue credenze”.
Durante la messa in onda dell’intervista comparirà un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati
all'artista, disponibili sul sito skytg24.it.
Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle
principali piattaforme di podcasting.
crediti foto: ufficio stampa Sky