di Redazione
«Moltissime squadre che fino a poco tempo fa avrebbero fatto carte false per avermi adesso trovano scuse con il mio procuratore per non aprire neanche una trattativa. So per certo che su
questa cosa influisce al 99% il fatto che sono una mamma per di più di due bimbi (Eva e Mattia, il secondogenito è nato martedì scorso; ndr)».
Alice Pignagnoli, considerata fino a pochi anni fa uno dei migliori portieri del calcio femminile, ex di Milan e Napoli, messa fuori rosa dalla Lucchese per la sua seconda
gravidanza, difende le sue idee strenuamente proprio come un tempo difendeva i pali della sua porta.
Ospite della quarta puntata di “Mamma Dilettante”, l’inedito podcast e vodcast prodotto da Dopcast (disponibile giovedì 29 giugno su YouTube e sulle principali
piattaforme di distribuzione podcast), Alice dimostra subito di essere una numero 1, non solo per i suoi muscoli esplosivi, ma per l’agilità di pensiero che la contraddistingue e per quel suo
“parlare onesto” di memoria dantesca.
«Qualche mese fa un direttore sportivo mi ha detto che se un giorno uno dei miei bambini avesse avuto la febbre io non sarei potuta andare al campo di allenamento. Ma quello è il mio lavoro,
non un diletto. Mi dispiace che questo modo di pensare interessi non solo le mamme calciatrici, ma molte mamme lavoratrici» - aggiunge Alice, che già ad agosto tornerà ad allenarsi con
l’obiettivo di trovare un nuovo progetto all’altezza delle sue aspettative entro fine dicembre, quando terminerà la maternità della Federazione.
Il percorso che ha portato Alice tra le stelle del calcio femminile è stato da subito in salita e irto di ostacoli. «Da bambina desideravo essere chiamata Alicio, mi tagliavo i capelli corti
in modo da poter giocare con i maschi. Da grande poi sono cresciuta in un calcio femminile, in cui era impensabile essere allo stesso tempo giocatrice e mamma. Fino allo scorso anno eravamo solo
due mamme in attività in tutti i campionati nazionali. Anche essere semplicemente sposata era un limite alla pratica dell’attività agonistica. Durante la mia prima gravidanza alcune mattine mi
svegliavo e non volevo più la pancia. Ma ho continuato ad allenarmi ugualmente per dimostrare a tutti che potevo conciliare le due cose. Forse anche per questo poi ho fatto un parto cesareo
perché il mio corpo a livello muscolare era talmente rigido da non essere pronto al parto. Un mese dopo il parto avevo già perso 17 Kg. Per tanti anni ho invidiato gli uomini per il privilegio
che avevano rispetto a me».
Con la nascita di Mattia, il secondogenito, Alice dovrà però necessariamente rivedere le sue posizioni. «Fino ad oggi la mia battaglia è sempre stata a sostegno delle donne. Con la nascita
del mio maschietto ora stare dall’altra parte sarà difficile». Ma non impossibile per chi è abituata come Alice alle uscite in mezzo all'area tra un nugolo di avversari. «Quando mi sono
sposata avevo gli occhi neri perché mi avevano appena rotto il naso».
crediti foto: ufficio stampa MNcomm