di Laura Frigerio
Questo sabato 24 settembre andrà in onda, alle ore 17 su Rai 2, la seconda puntata di "Performer Italian Cup".
Di cosa si tratta? È un programma mette in competizione i vincitori del Campionato Italiano delle Arti Performative, raccontando e presentando dei performer che non sono soltanto degli artisti ma
dei veri e propri atleti.
A giudicare le prove ci sono Peppe Vessicchio per il Canto, Diana Del Bufalo per la Recitazione, Raffaele Paganini per la Danza e
Stefano Orfei per le Arti-circensi ed Acrobatiche.
Invece i presentatori sono Garrison Rochelle e Valentina Spampinato, che noi di
Televisionemania.it abbiamo intervistato. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Qual è la mission di Performer Italian Cup?
Valentina: «L'obiettivo di Performer Italian cup e di tutto il circuito sportivo che lo coadiuva, si può
considerare una vera e propria "MISSIONE". Regalare al territorio italiano una vetrina strutturata e disciplinata con la metodologia sportiva, garantendo alla Meritocrazia di emergere al di là
delle regole commerciali che spesso impoveriscono l'arte e il mestiere stesso. La dinamica del confronto sportivo, genuino e costruttivo, attinge dalle radici PURE di ogni piccolo sognatore in
ogni angolo di paese, che solo attraverso selezioni provinciali, regionali e nazionali, tappa dopo tappa può con sudore e con impegno, dimostrare a se stesso di poter essere valutato con criteri
professionali ed equi alla propria fascia d'età e preparazione atletica. Gli strumenti dello sport e dell'arte in generale, sono strumenti di UNIONE fra popoli, a prescindere dal colore, dalla
bandiera politica e dalla classe sociale, e Performer cup presente in 36 paesi al mondo, fa di questo la sua Missione, il nostro motto infatti è #siamounitiinamore».
Garrison: «Ci sono diversi obiettivi di questo programma, io come co-conduttore vorrei essere portavoce per tutti i ballerini, cantanti,
attori e artisti che voglio essere performer a tutto tondo, ed espandere il proprio talento. Ed è un grandissimo privilegio dare questa possibilità a persone che mi piace definire
illuminate».
Secondo voi quali devono essere le qualità di un vero performer?
Valentina: «Costanza, impegno e un pizzico di follia pura...»
Garrison: «Le qualità di un vero performer sono la comunicatività, la tecnica, ma soprattutto la loro empatia nelle performance, i sentimenti
che mi suscitano, dalla rabbia alla felicità, dalla tristezza al euforia. È questo quello che cerchiamo».
Quanto talento avete trovato nei concorrenti?
Valentina: «Infinito...questa è la dimostrazione che il "bel paese" fonda le sue radici nella "BELLEZZA".Come diceva Dostoevskij : "La
bellezza salverà il mondo"! E noi di performer italian cup ci crediamo tanto!»
Garrison: «Abbiamo trovato tanti talenti giovani, tra cantanti, attori, e ballerini. Post covid vedo un entusiasmo diverso da prima: abbiamo
visto la nostra passione scomparire per due anni, e adesso questa voglia che vedo nei performer mi ricorda la mia storia e quella che era la mia voglia di fare».
Come vi trovate nel ruolo di conduttori?
Valentina: «Tutto naturale. La nostra coppia fa la differenza. Con Garrison mi sento a casa e questo ci permette di poter portare sulla scena
quella naturalezza che ci contraddistingue. E poi far condurre a due performers un programma per performers direi che è l'ideale. Non lo pensate anche voi?»
Garrison: «Nel ruolo di conduttore mi trovo bene, ho visto e rivisto la puntata e mi sento uno studente della vita, voglio sempre imparare e
migliorarmi. Ci sono molte cose che mi sono piaciute perché ho visto il mio obiettivo trasmesso. Ovviamente ci sono pro e contro sono molto divertente e con la testa tra e nuvole, ma tutto questo
messo nel calderone può avere un buon gusto!»
Come vedete il futuro delle arti espressive qui in Italia?
Valentina: «Diciamo che la triste realtà del mercato italiano non offre grandi prospettive.. ma io sono
certa che se culturalmente parlando si iniziasse a trattare l'artista come un vero e proprio lavoratore, di conseguenza tutta la filiera ad esso collegato acquisterebbe quella fiducia che forse
ancora oggi manca...»
Garrison: «Siamo sempre indietro rispetto a quello che c’è oltreoceano. All’inizio della mia carriera facevo il ballerino classico, ma ero
formato in tutte le arti. Studiando per diventare un performer completo mi sono sentito nel mio posto. Al momento ci sono diversi performer completi, e molti con la possibilità di diventarlo. È
scovare e formare un performer completo e il mio obiettivo».
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