di Redazione
La plastica è un materiale tanto utile quanto pericoloso: concepito per resistere nel tempo, è però utilizzato anche per produrre oggetti che vengono buttati dopo pochi minuti di utilizzo.
Tra falsi miti e problemi concreti, il doc “Odissea Plastica”, con Paolo Fratter, è un viaggio alla scoperta degli impatti che questa sostanza ha sul nostro
ecosistema, in onda sabato 4 luglio alle 16.15 (e domenica alle 22.45) su Sky TG24 e disponibile
On Demand.
Prodotto da Sky TG24 per l’Ordine Nazionale dei Biologi e realizzato da La Casa Rossa, “Odissea Plastica” racconta in quale modo l’ambiente risponda alla presenza della plastica, un materiale non
presente in natura. L’ecosistema ha provato a creare per lei un ciclo, un’“odissea” con la quale prova ad adattarsi alla sua presenza, ma i danni prodotti da questa materia sono incalcolabili.
Sono 8,3 miliardi le tonnellate di plastica prodotta nel mondo dagli anni ’50 ad oggi: un peso equivalente a un miliardo di elefanti o 47 milioni di balenottere azzurre. Nella sola Europa se ne
producono ogni anno 64,4 milioni le tonnellate.
Una quantità impressionante di materiale che, spesso utilizzato per pochi secondi, rimane per praticamente per sempre nell’ambiente se non smaltito correttamente. Sono 12,7 le tonnellate di
plastica che ogni anno si riversano nei mari e che nell’acqua si deteriorano, trasformandosi in un vero e proprio nemico invisibile, le microplastiche: frammenti di grandezza inferiore al
millimetro che hanno un impatto fortissimo sulla vita di flora e fauna marina.
Attraverso interviste a scienziati ed esperti, il documentario mostra gli sforzi degli studiosi per analizzare le conseguenze di micro e macro-plastiche sull’ambiente, sfata i falsi miti relativi
a questo argomento e racconta come la ricerca provi a combattere questo preoccupante fenomeno, anche tramite approcci innovativi come quello della robotica. Inoltre lancia una riflessione su come
sia possibile (modificando le nostre piccole abitudini, ripensando il modo di rapportarsi ai prodotti che consumiamo e riducendo la quantità di rifiuti che accumuliamo) difendere l’ambiente,
arginando uno dei fenomeni che maggiormente turba i suoi delicati equilibri.
crediti foto: ufficio stampa