di Laura Frigerio
Volete una bella idea per passare questa domenica sera? Vi consigliamo di sintonizzarvi, alle ore 21.15, su Sky
Arte dove verrà trasmesso il documentario "L'uomo che rubò Banksy”.
Di cosa parla? Nel 2007 lo street artist universalmente noto come Banksy mette la sua firma anche sui muri di edifici privati e pubblici in Palestina. Un gesto clamoroso
che porta l'attenzione del mondo sul conflitto israelo-palestinese, "risolto" con l'edificazione, completata nel 2003, del costosissimo muro o "barriera di separazione" tra i territori. In
particolare un suo murale, dal titolo “Donkey'sDocuments”, ritrae un soldato israeliano che controlla i documenti a un asino.
L'opera non raccoglie l'entusiasmo di tutti i locali: mentre un negoziante si sostiene vendendo con soddisfazione i souvenir ispirati alle sue opere, meta di pellegrinaggio da tutto il mondo, e
l'ex sindaco di Betlemme, Vera Baboun, lo esalta come un eroe contemporaneo, altri si sentono oltraggiati perché si sentono assimilati alle caratteristiche deteriori di quell'animale.
"L'uomo che rubò Banksy”, diretto da Marco Proserpio, alterna riprese fatte in strada in diversi paesi e interviste a esperti (giornalisti, professori
universitari, galleristi, avvocati) e a personaggi chiave del mercato parallelo della Street Art. Una testimonianza straordinaria che dà voce, per la prima volta, a Walid, lasciandogli la
possibilità di spiegare la sua scelta di segare, per venderli, i muri offerti da Banksy al popolo palestinese, lasciando decidere al pubblico chi sono i buoni e i cattivi in questa storia,
perché, come spesso accade, anche qui è solo una questione di punti di vista.
La voce narrante è di Iggy Pop.
crediti foto: ufficio stampa