di Redazione
Il Novecento dei Papi, la storia di quattro giganti in umanità. Questo è “L’uomo in bianco”, quattro inchieste tra memoria e attualità, prodotte da Rai Vaticano
e da Rai Premium che le trasmetterà l’11, il
18, il 25 dicembre e il 1° gennaio in seconda serata, con testimonianze e immagini esclusive dei pontificati.
“Leggeremo i pontificati di questi grandi Papi raccontando gesti, incontri, eventi, evidenziando sempre la loro profonda umanità. Sono stati Pontificati che hanno segnato la storia della
Chiesa e del mondo” – spiega Massimo Milone responsabile di Rai Vaticano - “pagine di storia che hanno parlato al cuore di ogni uomo, credente o non credente e che hanno
permesso alla Chiesa di proiettarsi nel Terzo Millennio con i Pontificati di Papa Ratzinger e Papa Bergoglio”.
Si inizia mercoledì 11 dicembre con “Giovanni XXIII, il Papa della bontà” di Stefano Girotti. Per tutti affabile, diretto, sincero. “Il suo linguaggio – dice il
Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura - era estremamente esile, se si vuole, estremamente agevole, facile, agile ma riusciva a
percorrere la sensibilità, l’ascolto del tempo”.
Nei ricordi del suo aiutante di camera, Guido Gusso, emerge il tratto autentico della sua fede: “Appena diventò Papa, i curiali mi dissero che ogni volta si incontrava il Papa avrei dovuto
inginocchiarmi. Così ho fatto il primo giorno. Ma il secondo giorno Papa Giovanni mi ha chiamato e mi ha portato davanti al Santissimo, in Cappella, e mi ha detto: Facciamo un patto? Tu mi baci
la mano al mattino, mi dai il buongiorno. Alla sera mi baci la mano e mi dai la buonanotte. Ma se devi inginocchiarti, apri le porte della cappella e ti inginocchi davanti al Santissimo”.
Nei ricordi del suo aiutante di camera, Guido Gusso, emerge il tratto autentico della sua fede: “Appena diventò Papa, i curiali mi dissero che ogni volta si incontrava il
Papa avrei dovuto inginocchiarmi. Così ho fatto il primo giorno. Ma il secondo giorno Papa Giovanni mi ha chiamato e mi ha portato davanti al Santissimo, in Cappella, e mi ha detto: Facciamo un
patto? Tu mi baci la mano al mattino, mi dai il buongiorno. Alla sera mi baci la mano e mi dai la buonanotte. Ma se devi inginocchiarti, apri le porte della cappella e ti inginocchi davanti al
Santissimo”.
Il contesto storico e politico del pontificato di Giovanni XXIII nella ricostruzione di Alberto Melloni, storico e segretario della Fondazione Scienze Religiose di Bologna. Il
suo pontificato ha aperto la Chiesa alla modernità andando oltre la bontà con la quale amiamo ricordarlo. È il Papa che, per primo, valicherà i confini del Vaticano per abbracciare il mondo
intero. Dialogo, amicizia, preghiera, sono i suoi punti fermi.
"Paolo VI, il Papa della modernità" di Nicola Vicenti, in onda il 18 dicembre, lascia emergere il profilo umano di Montini attraverso i suoi scritti. Lettere, riflessioni, pagine
segrete, che a migliaia e in tutta la sua vita Paolo VI ha scritto a famigliari, amici, intellettuali, artisti. Nei ricordi che affiorano di Fausto Montini, suo nipote, Paolo VI sentiva la
missione a cui era stato chiamato sin da bambino verso la santità.
"Per noi bambini, nipoti, era lo zio che non dovevamo disturbare perché lui studiava e si preparava a diventare sacerdote. Quando è diventato Papa, mio padre, suo fratello, ha detto che è
veramente opera della Spirito Santo”.
Il 25 dicembre, la sera di Natale, è la volta di Albino Luciani. “Giovanni Paolo I, il Papa dello stupore” di Nicola Vicenti. Troppo breve il suo Pontificato, si
è sempre detto. Ma la sua vita intera è un cammino verso la santità. Albino Luciani, dal Veneto al soglio di Pietro, raccontato con le parole di suo nipote Gianni Luciani. “Sin da bambino lo
zio come unico divertimento cercava sempre di leggere. Non per divertimento ma per imparare. Era coltissimo anche se non lo dava mai a vedere”. Una storia tipica di un sacerdote italiano del
secolo scorso con la passione per la comunicazione e il giornalismo.
E infine, il grande “Giovanni Paolo II, il Papa del coraggio” di Martha Michelini. L’1 gennaio, in pochi e particolari episodi, il profilo umano di Karol, fatto di amore e
verità. Gesti di perdono, di dialogo, di fiducia nelle nuove generazioni, di accettazione della sofferenza. Un lungo pontificato raccontato con chi insieme a lui ha vissuto fianco a fianco.
“Un ricordo fra tutti? La visita agli ebrei nella sinagoga di Roma – dice il Cardinal Stanislaw Dziwisz, segretario per 30 anni di Karol Wojtyla – ho visto
cambiamenti, da un momento loro si sono convinti che siamo tutti figli di un unico Dio”.
I reportage andranno in onda dopo la riproposizione di fiction Rai dedicate ai Papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.
crediti foto: ufficio stampa